Le
meravigliose sensibili atmosfere di Bill Viola
Nell'ambito
del confronto internazionale sui diversi linguaggi della videoarte
all'interno dell'evento Nuvole, non potevamo fare a meno di
presentare Bill Viola, un'artista che pur essendo americano,(il nonno
comunque era italiano) ha contribuito alla crescita del nostro
patrimonio culturale. Alla fine dello scorso anno Bill Viola ha
infatti regalato alla Galleria degli Uffizi il suo primo
autoritratto, Self
Portrait-Submerged (2013),
che è
possibile ammirare all'interno del Corridoio Vasariano. Questo evento
ritengo fermamente abbia segnato la svolta di un percorso sempre più
in evoluzione della storia della videoarte (nata appena 50 anni fa e
precisamente nel 1963) che fino ad oggi ha spesso trovato difficile
collocazione nei luoghi cosìdetti ufficiali dell'arte contemporanea.
Ma oggi grazie anche a Bill Viola penso si possa parlare di una nuova
grande stagione della videoarte. D'altronde le sue opere ricche di
forte carica emotiva vengono riconosciute da anni in tutto il mondo
ed esposte nei più importanti spazi d'arte internazionale. Penso che
ciò che contraddistingua Bill Viola da sempre, è la sua sensibilità
nell'affrontare temi di grande riflessione che attraverso i suoi
lavori condivide con il pubblico. Ogni piccolo frammento di una sua
opera, regala una sensazione dietro l'altra che spesso sembra
culminare in un forte abbraccio protettivo e rassicurante nei
confronti dello spettatore che viene magicamente avvolto dalle
immagini che scorrono a intervalli di tempo variabili fra loro.
Emblematico, per comprendere le meravigliose sensibili atmosfere che
Bill Viola riesce a creare, è ammirare The
Passing (1991),
l'opera
che, in occasione
di Nuvole, sarà presentata all'interno della splendida Chiesa di
Santa
Maria della Consolazione di Scicli.
Le
immagine in bianco e nero sono un susseguirsi di riflessioni sui due
momenti fondamentali della nostra esperienza terrena: la nascita e la
morte. Bill Viola coinvolge lo spettatore nelle sue più intime
interrogazioni. “The Passing – spiega l'artista – è la mia
risposta personale agli estremi spirituali di una nascita e di morte
in famiglia. Le immagini notturne e le scene subacquee dipingono un
mondo crepuscolare in bilico sui confini della percezione umana e
della coscienza, dove i molteplici percorsi della mente (memoria,
realtà e visione) si fondono”. L'opera dedicata alla madre Wynne
Lee Viola, nasce appunto dalle sue esperienze personali che videro la
perdita della madre e successivamente la nascita del secondo figlio.
E' senza dubbio difficile, spesso impossibile, rispondere ai mille
perchè che circondano la nostra mente quando la vita ci pone
difronte a prove che possono sembrare insuperabili come la scomparsa
di una persona a noi cara. Ma non dobbiamo fuggire dall'affrontare
questi temi ed esternare le nostre sensazioni, le nostre paure, le
nostre fragilità. “Le
opere di Bill Viola – illustra Lino
Strangis
- nell'addentrarsi nella continua respirazione di vita e morte,
penetrano il tempo e si fanno simbolo cinetico dell'eterna questione
dell'essere”. In
molti sono convinto si rifletteranno nelle scene di The Passing
(durata 54 minuti) e subito dopo pochi minuti si sentiranno partecipi
delle emozioni che Bill Viola stesso ha vissuto. Emozioni che,
scusate il gioco di parole, si immergono ed emergono dalla costante
presenza dell'acqua: elemento di nascita, ma anche di morte, che
accompagna praticamente quasi tutto il percorso artistico dell'autore
rendendo come liquide le sue immagini dal forte impatto visivo e
sonoro. La location della Chiesa Barocca di Scicli, non a caso sito
dell'Unesco, rafforzerà ed aiuterà maggiormente alla visione di
questa onirica quanto reale visione che svela quella sensibilità che
rendono Bill Viola uno dei più grandi artisti del nostro tempo.
Inoltre non possiamo dimenticare quanto l'artista sia da sempre
legato alla nostra storia dell'arte. Bill Viola ha infatti lavorato
negli anni '70 a Firenze come
supervisore tecnico presso l'importante studio Art/Tapes/22.
E proprio in quel periodo Bill Viola va alla ricerca dei grandi
tesori italiani, spesso nascosti all'interno di vecchie chiese, dai
quali sono
nati alcuni suoi grandi lavori come The Greeting (1995) ispirata alla
Visitazione del Pontormo (1514-1516) ed Emergence (2002) alla Pietà
di Masolino (1424). Ritengo quindi importante sottolineare come Bill
Viola riesca a far rivivere in chiave contemporanea opere del nostro
passato attraverso il sofisticato utilizzo delle nuove tecnologie
creando un ponte culturale fondamentale fra l'arte classica e la
videoarte. Due forme espressive apparentemente così lontane, che
possono, anzi devono, coesistere per mantenere vivo il nostro
patrimonio artistico, molto spesso abbandonato a se stesso, fino
quasi ad essere dimenticato. Il lavoro di Bill Viola, i suoi
successi, i suoi riconoscimenti, devono essere un punto di partenza
per un nuovo approccio alla cultura italiana che sappia coinvolgere,
come nell'appuntamento di Nuvole, artisti, curatori e pubblico di
ogni parte del mondo uniti da una grande sensibilità per l'arte, il
bene più importante dell'umanità.
Maurizio
Marco Tozzi